E’ nata il 24 luglio 2013 ad Aversa, la Coalizione Stop al Biocidio che coordinerà tutte le prossime iniziative e il lavoro di associazioni, comitati e circoli della Campania impegnati sui temi delle bonifiche, tutela della salute e strategia rifiuti zero.
Cittadini reattivi che hanno deciso di creare una piattaforma di coordinamento in grado di essere più incisiva nel dialogo e confronto con le istituzioni, nella regione con il più alto reato di crimini ambientali d’Italia e con gravi problemi di salute per la popolazione come denunciato dallo stesso rapporto Sentieri dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Associazione Italiana Registri Tumore.
Ricordiamo infatti che l’area del Litorale Domizio Flegreo e l’Agro Aversano, tra le province di Napoli e Caserta è un Sito di Interesse Nazionale, che comprende 77 comuni e una popolazione di oltre un milione e 300 mila persone, inserita proprio dall’ISS tra i 44 a più alto rischio tumore d’Italia.
Studio che peraltro riporta l’aumento di malformazioni congenite e di tumori al fegato, alla laringe e problemi all’apparato cardiocircolatorio nella popolazione sia maschile che femminile del SIN campano e che nelle sue considerazioni conclusive raccomanda la necessità di prevedere una campagna di biomonitoraggio della catena alimentare e di avviare percorsi di comunicazione con l’associazionismo presente sul territorio.
Associazionismo che è da tempo attivo nel pungolare l’amministrazione pubblica e che ora con l’istituzione della Coalizione Stop al Biocidio è in grado di produrre non solo giuste proteste ma, anche, proposte per il cambiamento. Segno ne sono, come annunciano dalla Coalizione, i diversi tavoli di lavoro già istituiti come quello che prevede subito il dialogo con il mondo agricolo dell’agro aversano e Chiaiano, dove sono già avviate attività di sensibilizzazione per proteggere la produzioni agricole di qualità e la bonifica dei terreni inquinati.
L’idea è quella di mettere in campo una e vera propria strategia di protezione dei prodotti di qualità e avviare al contempo proposte, su cui chiedere il sostegno del mondo dell’agricoltura, riguardanti lo sviluppo dell’utilizzo alternativo dei terreni inquinati in attesa di bonifica.
Così come emerge, sempre dalle decisioni prese dall’assemblea, “la necessità di approfondire lo studio sui temi delle bonifiche e dell’utilizzo alternativo dei terreni inquinati, dalle coltivazioni “no food”, al “fuori-terra”, alla fitodepurazione”. Fino all’istituzione di un gruppo di lavoro in grado di affrontare il tema tragico dei viadotti e le sopraelevate dell’Asse Mediano tra Napoli e Caserta costruiti con rifiuti speciali.
Tra i tanti tavoli non manca però il calendario delle prossime mobilitazioni autunnali: la prima sarà una “due giorni” sugli impianti di compostaggio. A cominciare dall’apertura immediata di quello di San Tammaro e per la costruzione di quello di Scampia, nel rispetto del controllo popolare e dell’assunzione da parte del Comune di Napoli di tutte le osservazioni fatte dai comitati territoriali. Un modo per anticipare la strategia “Rifiuti Zero” proprio nella regione dell’emergenza rifiuti.
Così come non mancherà la richiesta di un incontro ufficiale alla Commissione Piccirillo, istituita dal Ministero dell’Ambiente per la riforma del codice penale sui reati ambientali.
E per i cittadini reattivi campani la pausa estiva sarà breve. L’assemblea Coalizione Stop Biocidio Stop al Biocidio si ritroverà, infatti, il 5 settembre prossimo a Chiaiano per definire la campagna di iniziative, azioni, manifestazioni, attività di sensibilizzazioni che animeranno l’autunno caldo che verrà.
Ma una cosa è certa: la tutela della salute e dell’ambiente non vanno in vacanza
1 commento