“Nessun profitto sulla salute e sui cittadini” è quanto è emerso dal confronto tra Isabella Mori, Vittorio Agnoletto moderato dalla nostra Rosy Battaglia durante la diretta #LiberaeCivica di giovedì 11 febbraio.
Mentre continuano a giungere testimonianze di cittadini esasperati per le difficoltà nel fare tamponi in Lombardia, mentre diverse varianti del Coronavirus dilagano per l’Italia, diventa sempre più urgente che l’Italia e l’Europa mettano in atto delle best practices per arginare il problema vaccini. Una di queste, sicuramente, è la campagna lanciata, tra gli altri, da Vittorio Agnoletto e da diverse associazioni, “No profit on Pandemic”, con lo scopo di superare le limitazioni sui brevetti e la proprietà intellettuale.
Sentendo le parole di Agnoletto, medico e professore all’Università di Milano, e sempre in prima linea durante l’emergenza Covid per chiedere, ad esempio, a più riprese il commissariamento della Sanità in Lombardia e, ascoltando, come è attualmente la situazione nella regione, viene da pensare che si farà fatica a uscirne velocemente.
Pochi giorni fa, però, il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione sui vaccini che contiene dichiarazioni rilevanti. In particolare: la messa a disposizione di tutti di vaccini in relazione alle priorità e non alla forza economica; il superamento dei vincoli legati ai brevetti e trasparenza nei contratti con le aziende farmaceutiche; rigorosi controlli di sicurezza sui vaccini e sugli eventuali effetti avversi; nessun obbligo e nessuna discriminazione per chi non intende vaccinarsi.
Interessante, inoltre, è il confronto tra Regione Lazio e Regione Lombardia sulla gestione della pandemia. Ce ne ha parlato Isabella Mori, responsabile trasparenza e servizio tutela di cittadinanzattiva, associazione che dalla sua fondazione segue il tema della salute pubblica e che, una volta scoppiata l’emergenza ha istituito anche uno sportello nazionale, di ascolto e di aiuto per i cittadini e, come afferma la stessa Mori: “il nostro lavoro serve per implementare un sistema di informazioni dirette e immediate per rispondere a una nuova problematica: sul sito abbiamo pubblicato una guida, una vera e propria cassetta degli attrezzi per orientare i cittadini”.
Le regioni hanno affrontato l’emergenza in maniera diversa, ma in ognuna sono sorte discrepanze e diseguaglianze a sfavore del cittadino: “sicuramente è venuta fuori tutta la debolezza del sistema sanitario nazionale che negli ultimi anni non ha investito sulla medicina del territorio, e quindi chiaramente quelle regioni che meno di altre avevano investito, ma invece si erano concentrate più sul sistema ospedale-centrico, hanno retto meno “botta” rispetto alle altre”, aggiunge ancora Isabella Mori.
Vi ricordiamo di sottoscrivere l’iniziativa popolare ICE (indirizzata alle istituzioni europee) contro la brevettazione di vaccini e farmaci indispensabili, cliccando qui: www.noprofitonpandemic.eu/it.
Non perdere il prossimo appuntamento #LiberaeCivica di venerdì 19 febbraio alle ore 18.30: “Aspettando la primavera ecologica: dal caso Brescia al caso Italia, ambiente e industria 50 anni dopo”. Mentre si parla di sostenibilità e transizione ecologica restano sui territori, come a Brescia, ora tornata al centro delle cronache, le macerie di un sistema produttivo che ha ignorato per decenni il rispetto dell’ambiente, della salute degli stessi lavoratori e dei cittadini. Che fare ora, pensando alle nuove generazioni? Ne parleremo con il prof. Marino Ruzzenenti, storico dell’ambiente e co-autore con Pier Paolo Poggio del saggio “Primavera ecologica, mon amour” (edizioni Jacabook) e interverranno Stefania Baiguera e Raffaella Giubellini, attiviste del coordinamento Basta Veleni.
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